Per Susan Shaw, ginecologa californiana, tutto è cominciato con piccole dimenticanze: un numero di telefono, un compleanno, l’auto parcheggiata chissà dove. Poi la sensazione che il suo cervello non funzionasse più come prima. Ma, a differenza di molte sue pazienti, Susan sapeva bene che quei vuoti di memoria non erano un segno di demenza, bensì una normale conseguenza della transizione verso la menopausa. Un periodo in cui il corpo cambia, e il cervello cambia con lui.
Secondo diversi studi, circa il 41% delle donne lamenta disturbi cognitivi durante la menopausa: difficoltà di concentrazione, confusione mentale, perdita di memoria a breve termine. Fenomeni che oggi la scienza comincia a spiegare non solo come effetto ormonale, ma come una vera e propria trasformazione neurologica.
Un cervello in transizione, non in declino
Le più recenti ricerche neuroscientifiche mostrano che la menopausa è una fase di profondo riassetto cerebrale. Studi condotti tra il 2020 e il 2024 hanno documentato una temporanea riduzione del volume della corteccia cerebrale e del flusso sanguigno, specialmente nelle aree legate alla memoria e all’elaborazione delle informazioni. Anche la materia bianca — le fibre che connettono i neuroni — tende a ridursi, ma senza provocare danni permanenti.
Come ha spiegato Angélica Rodríguez della Ponce Health Sciences University, “la menopausa non è solo un evento ormonale, ma un processo cerebrale di adattamento”. Le sue ricerche mostrano che il cervello femminile attraversa una fase di ridistribuzione energetica: alcune aree si riducono temporaneamente per poi ritrovare equilibrio una volta completata la transizione.
Ormoni, età o entrambi? Il dibattito è aperto
Uno dei grandi interrogativi riguarda le cause reali di questi cambiamenti. Si tratta di un effetto diretto del calo ormonale o di un fenomeno legato all’invecchiamento naturale? Alcuni studi, come quello pubblicato su Scientific Reports, suggeriscono che le variazioni cerebrali osservate nelle donne non si verificano negli uomini della stessa età, indicando un ruolo chiave degli ormoni.
Tuttavia, ricerche più recenti — come quella di Katrina Wugalter dell’Università dell’Illinois a Chicago — mostrano che il restringimento della corteccia cerebrale potrebbe dipendere principalmente dall’età, e non dallo stato menopausale. La risposta, dunque, è tutt’altro che definitiva, e i ricercatori concordano su un punto: servono studi longitudinali che seguano le stesse donne per anni, per osservare come il cervello cambia nel tempo.
Memoria, demenza e falsi allarmi
Molte donne si preoccupano che le difficoltà di concentrazione o memoria siano i primi segnali del morbo di Alzheimer. Ma la neuroscienziata Emily Jacobs dell’Università della California rassicura: i sintomi cognitivi della menopausa sono nella maggior parte dei casi transitori e non correlati alla demenza. Solo una piccola percentuale — circa il 20% — svilupperà patologie neurodegenerative, e solitamente in età avanzata.
Un’eccezione riguarda chi entra in menopausa molto presto, prima dei 40 anni, che secondo uno studio della UK Biobank ha un rischio maggiore del 35% di sviluppare disturbi cognitivi nel corso della vita. Anche le donne con vampate di calore intense sembrano presentare alterazioni nella sostanza bianca, ma il meccanismo preciso resta sconosciuto.
La terapia ormonale può aiutare il cervello?
La terapia ormonale sostitutiva (MHT) è spesso usata per ridurre vampate e sudorazioni, ma i suoi effetti sul cervello restano incerti. Non esistono ancora studi clinici randomizzati che provino un miglioramento diretto della cognizione. Tuttavia, come sottolinea Pauline Maki dell’Università dell’Illinois, alcune pazienti riferiscono benefici indiretti: miglior sonno, umore più stabile, maggiore chiarezza mentale.
I risultati, però, non sono uniformi. Alcune analisi mostrano che l’uso prolungato di MHT può persino ridurre il volume di materia grigia, mentre altre ricerche indicano un effetto opposto nelle donne che hanno subito un’isterectomia. Come afferma Jacobs, “non esiste una soluzione universale: ogni donna è un caso a sé”.
Un cervello che si adatta e trova nuovi equilibri
La buona notizia è che molti dei cambiamenti osservati durante la menopausa non sono permanenti. Nello studio pubblicato su Scientific Reports, le donne in post-menopausa mostravano livelli di materia grigia e flusso sanguigno tornati alla normalità, segno che il cervello ha una straordinaria capacità di adattamento.
Come ricorda Rodríguez, “abbiamo studi approfonditi sugli ormoni, ma pochi sul cervello femminile. Eppure è proprio lì che si nasconde la chiave per capire come le donne attraversano questa fase di vita”. La menopausa, dunque, non è una fine, ma un passaggio: una seconda maturità in cui corpo e mente imparano, ancora una volta, a ritrovarsi.
04 Novembre 2025
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