C’è chi fa la spesa al discount e chi compra il discount. Nel grande gioco della finanza globale, i 3.508 miliardari del pianeta si dividono un patrimonio da 13.400 miliardi di dollari. Altro che crisi o inflazione: mentre molti stringono la cinghia, loro la allargano. La ricchezza mondiale è cresciuta del 10,3% in un solo anno. Non male, considerando che per la maggior parte della popolazione la crescita si misura ancora in centesimi.
America first, anche nei miliardi
Negli Stati Uniti il club dei super-ricchi è sempre più affollato: 1.135 persone che insieme possiedono 5.700 miliardi di dollari. Come riporta il Wall Street Journal, quasi un terzo dei miliardari del mondo vive oltreoceano, e la loro fortuna rappresenta il 43% della ricchezza globale. Tra razzi, social network e piattaforme di e-commerce, il sogno americano sembra ancora funzionare. Basta solo avere il capitale di partenza… o nascere nel posto giusto.
Europa, tra champagne e carrelli della spesa
L’Europa conquista la seconda posizione nella classifica dei super-ricchi, superando quota 1.000 miliardari. E qui la ricchezza ha mille volti: dal lusso sfrenato di Bernard Arnault, imperatore di LVMH con 236,4 miliardi di dollari, al pragmatismo di Dieter Schwarz, fondatore di Lidl, che con le offerte speciali è arrivato a 45,9 miliardi. In mezzo, un continente dove si può diventare miliardari tanto vendendo champagne quanto detersivi.
La Cina perde quota, ma resta tra i giganti
Con 321 miliardari, la Cina conserva la seconda posizione per numero di paperoni, pur mostrando qualche crepa. Dopo anni di crescita esplosiva, diversi magnati tecnologici sono scesi dal piedistallo. Restano in cima Zhong Shanshan, il “re dell’acqua in bottiglia” di Nongfu Spring, e Pony Ma, fondatore di Tencent. La potenza economica cinese non scompare, ma rallenta, segno che anche i dragoni, ogni tanto, devono tirare il fiato.
L’intelligenza artificiale, la nuova miniera d’oro
Se qualcuno ancora dubitava dell’impatto dell’intelligenza artificiale, basti guardare i conti correnti di Elon Musk, Mark Zuckerberg e Jeff Bezos. Grazie ai rally azionari del settore tech, i loro patrimoni sono volati alle stelle. Per molti, l’AI è una minaccia al lavoro umano; per loro, è un moltiplicatore di guadagni. Nel nuovo ordine economico, chi programma gli algoritmi non solo scrive codice: scrive il proprio destino finanziario.
Re Carlo, il ricco che non è abbastanza
C’è anche chi, pur tra gioielli e palazzi, non ce la fa a entrare nel club. È il caso di Re Carlo III, la cui ricchezza stimata in 770 milioni di dollari lo lascia fuori dalla soglia minima dei 4,2 miliardi fissata da Altrata per comparire nella lista. Un peccato, ma in fondo la corona pesa più di un portafoglio. E anche senza essere miliardario, il sovrano britannico può consolarsi con un regno.
La ricchezza come forma d’arte
Essere miliardari oggi non è solo una questione di numeri: è uno stile di vita. I mercati salgono e scendono, ma le fortune dei super-ricchi restano solide, alimentate da investimenti, azioni e un pizzico di fortuna. Il resto del mondo osserva, oscillando tra ammirazione e incredulità. Perché, alla fine, la vera disuguaglianza non è solo economica — è quella tra chi conta i soldi e chi conta i giorni.
29 Ottobre 2025
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