Giunto alla sua diciottesima edizione, il Global Innovation Index 2025 (GII), curato dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO), fotografa lo stato dell’innovazione in circa 140 economie del pianeta. Non si tratta solo di una classifica, ma di un vero e proprio strumento di analisi che individua le tendenze, i modelli di investimento e gli impatti sociali ed economici della ricerca e della tecnologia nel mondo contemporaneo.
L’edizione 2025 utilizza 78 indicatori aggiornati, riflettendo il tentativo della WIPO di cogliere meglio la complessità dei moderni ecosistemi innovativi. Dalla digitalizzazione ai nuovi dati ambientali, il report analizza l’equilibrio tra due sottoindici principali: gli input dell’innovazione (investimenti, capitale umano, infrastrutture e condizioni favorevoli) e gli output (conoscenza, tecnologia e creatività).
Europa in testa, la Svizzera resta il modello da imitare
Ancora una volta l’Europa domina il panorama globale. La Svizzera si conferma al primo posto per il quindicesimo anno consecutivo, seguita da Svezia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi e Danimarca. Il segreto del successo elvetico risiede in un sistema economico e istituzionale stabile, in forti investimenti in ricerca e in una rete pubblico-privata capace di generare innovazione in tutti e sette i pilastri considerati dal GII. Curiosamente, la Svizzera ottiene il primo posto assoluto solo nel pilastro della produzione creativa, a conferma di un modello che unisce efficienza e originalità.
Gli Stati Uniti, eccellenza tecnologica ma sostenibilità debole
Gli Stati Uniti restano saldamente sul podio, al terzo posto per il terzo anno consecutivo. A trainare la potenza americana sono la sofisticazione del mercato e quella delle imprese, ambiti in cui il Paese si posiziona primo al mondo. Tuttavia, l’indice segnala una criticità importante: le infrastrutture. Gli USA si collocano solo al trentaduesimo posto, penalizzati soprattutto dal sottoindicatore sulla sostenibilità ecologica, dove scivolano al novantottesimo posto.
Questo elemento, che misura l’efficienza energetica e l’uso di fonti a basse emissioni, rappresenta oggi una sfida aperta per l’economia americana. Nonostante l’eccellenza tecnologica e digitale, il modello di sviluppo statunitense mostra ancora difficoltà nell’integrare la crescita economica con la tutela ambientale.
L’Asia accelera, la Corea del Sud e la Cina protagoniste
Sul fronte orientale, l’Asia conferma la sua ascesa. La Corea del Sud conquista il quarto posto, il risultato più alto di sempre per il Paese, grazie ai forti investimenti in capitale umano e ricerca e alle performance eccellenti nei programmi di R&S.
La vera novità, però, è la Cina, che entra per la prima volta nella Top 10 mondiale. È l’unica economia a reddito medio tra le prime trenta, e secondo la WIPO è anche il Paese che investe di più al mondo in ricerca e sviluppo. Inoltre, è leader globale nel deposito di brevetti, segnale di una capacità produttiva e innovativa che non è più confinata al manifatturiero ma si estende alla tecnologia e alla conoscenza.
Italia, bene la conoscenza ma resta indietro sul mercato
L’Italia, pur restando tra le economie avanzate, scende al ventottesimo posto, perdendo due posizioni rispetto al 2024. I risultati migliori arrivano nel campo della conoscenza tecnologica (17° posto) e della creatività dei prodotti (20° posto, dopo una lieve flessione).
A penalizzare il nostro Paese sono gli indicatori relativi alle istituzioni e alla sofisticazione di mercato, aree in cui le difficoltà strutturali e burocratiche limitano la capacità delle imprese di trasformare ricerca e talento in competitività. Tuttavia, la buona posizione nei settori legati alla conoscenza e alla creatività dimostra che l’Italia dispone di competenze solide e di un capitale umano in grado di generare valore, a patto che venga sostenuto da politiche di innovazione più efficaci.
L’innovazione come leva per il futuro
Il Global Innovation Index 2025 non è solo una classifica: è una bussola per capire dove sta andando il mondo. Dalla leadership europea alla corsa asiatica, fino alle fragilità ambientali americane, il messaggio è chiaro: l’innovazione non è più un lusso, ma una necessità.
Per l’Italia, la sfida è trasformare la conoscenza in crescita, investendo in formazione, sostenibilità e infrastrutture digitali. Perché solo un ecosistema capace di valorizzare idee e persone potrà rendere competitivo il Paese nel lungo periodo.
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24 Ottobre 2025
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