La fotografia scattata dall’Istat sulle previsioni delle forze lavoro al 2050 racconta una realtà complessa e preoccupante: l’Italia si avvia verso un progressivo e costante calo della popolazione in età lavorativa, destinato a incidere profondamente sull’economia e sul sistema sociale del Paese.
Un Paese che invecchia e lavora di meno
Secondo il Focus pubblicato dall’Istat, la popolazione tra i 15 e i 64 anni — quella considerata in età da lavoro — passerà dai 37,2 milioni del 2024 a meno di 30 milioni nel 2050, con una contrazione del 21%. Il fenomeno colpirà in misura diversa uomini e donne: i primi scenderanno da 18,7 a 15,5 milioni (-17%), mentre le seconde subiranno un calo più marcato, da 18,6 a 14 milioni (-24,4%).
Popolazione attiva in calo, ma meno del previsto
All’interno di questo scenario, la popolazione “attiva” — cioè la somma di occupati e disoccupati — subirà una riduzione più contenuta rispetto al calo demografico generale. Gli uomini attivi passeranno da 14,1 a 12,3 milioni, le donne da 10,7 a 9,3 milioni, con una diminuzione di circa 13% per entrambi i sessi. Una contrazione significativa, ma meno drammatica di quella complessiva della fascia d’età lavorativa.
Chi pagherà il prezzo più alto
A subire le conseguenze maggiori saranno gli inattivi, ovvero coloro che non lavorano e non cercano un’occupazione. L’Istat prevede una riduzione netta di questa fascia, in particolare tra le donne: da 7,9 a 4,7 milioni, pari a un crollo del 40,3%. Tra gli uomini la diminuzione sarà più contenuta, ma comunque importante, con un calo del 29,6% (da 4,5 a 3,2 milioni).
Un equilibrio economico sempre più fragile
Questo andamento rischia di alterare profondamente l’equilibrio tra popolazione attiva e inattiva, con un impatto diretto sulla sostenibilità del sistema pensionistico e sulla capacità produttiva del Paese. Meno lavoratori significa meno contributi, meno crescita economica e maggiori difficoltà nel finanziare welfare e servizi pubblici.
Un futuro che richiede scelte coraggiose
Di fronte a un quadro simile, sarà indispensabile agire su più fronti: favorire l’occupazione femminile, attrarre giovani lavoratori dall’estero, sostenere la natalità e promuovere la formazione continua per mantenere alta la produttività. L’Italia, come molti altri Paesi europei, è chiamata a reinventare il proprio modello sociale per evitare che la crisi demografica diventi una crisi economica irreversibile.
Dati che chiedono visione e strategia
Il Focus Istat non è solo una fotografia statistica, ma un campanello d’allarme. Dietro i numeri ci sono scelte politiche, culturali e sociali da compiere oggi per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. Il lavoro del domani dipenderà da ciò che sapremo costruire ora, tra formazione, politiche familiari e innovazione.
22 Ottobre 2025
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