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Il Madagascar sull’orlo di un nuovo colpo di stato

Il Madagascar vive un nuovo colpo di stato, tra impeachment, proteste e la presa del potere da parte dei militari

Il Madagascar sull’orlo di un nuovo colpo di stato

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Crisi politica in Madagascar, giovani e militari contro il presidente Rajoelina, il Paese sull’orlo di un golpe

Un clima di tensione scuote il Madagascar, dove il presidente Andry Rajoelina si trova al centro di una nuova crisi istituzionale. Dopo lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, il Paese assiste a un vero e proprio scontro tra poteri, con i militari che dichiarano di aver assunto il controllo dello Stato. Le piazze si infiammano, la popolazione chiede un cambiamento e il rischio di un nuovo golpe appare ormai concreto.

L’impeachment e la sfida all’autorità presidenziale

Il voto dell’Assemblea Nazionale segna una svolta drammatica nella crisi politica. Dei 163 deputati, 131 erano presenti e ben 130 hanno votato per la destituzione del capo dello Stato. Il vicepresidente Siteny Randrianasoloniaiko, che ha presieduto la seduta nonostante il decreto di scioglimento, ha dichiarato “privo di validità” l’atto firmato da Rajoelina, sottolineando l’assenza del sigillo ufficiale e della firma presidenziale.
La Presidenza, in risposta, ha bollato la riunione parlamentare come “illegittima e contraria alla Costituzione”. Un conflitto aperto tra istituzioni che trascina il Paese in una crisi di legittimità senza precedenti.

La mossa dei militari e l’ascesa del colonnello Randrianirina

Mentre a livello politico regna il caos, un gruppo di ufficiali ha deciso di agire. Il colonnello Michael Randrianirina, a capo dell’unità militare CAPSAT, ha annunciato che “l’esercito, la gendarmeria e la polizia assumeranno le funzioni di capo dello Stato”.
Secondo la dichiarazione ufficiale, questo consiglio di transizione avrà il compito di ricostruire le fondamenta della nazione in un periodo massimo di due anni, durante il quale si prevede anche un referendum costituzionale. Una presa di posizione che sancisce di fatto la nascita di un governo militare provvisorio.

Rajoelina tenta di governare da lontano

Rifugiatosi all’estero, Andry Rajoelina ha cercato di mantenere il controllo attraverso i social media. In un video pubblicato nella serata di ieri ha ribadito che lo scioglimento dell’Assemblea era “necessario per ristabilire l’ordine e rafforzare la democrazia”.
Tuttavia, la sua presa sul potere appare sempre più fragile. Eletto nel 2018 e rieletto nel 2023 in elezioni contestate e boicottate dall’opposizione, Rajoelina è lo stesso leader che nel 2009 era salito al potere proprio grazie a un colpo di stato sostenuto dal CAPSAT, lo stesso corpo militare che oggi si è ribellato contro di lui.

Le origini della protesta e il ruolo della Generazione Z

Le manifestazioni che infiammano Antananarivo e le principali città del Paese non sono nate da motivi puramente politici. Tutto è iniziato con la rabbia per le continue interruzioni di acqua ed elettricità, che hanno reso insostenibile la vita quotidiana.
Con il passare dei giorni, la protesta si è trasformata in una mobilitazione antigovernativa, guidata dai giovani della Generazione Z. Le nuove generazioni chiedono un cambiamento radicale, accusando il governo di corruzione, inefficienza e disuguaglianza crescente.

Un Paese in bilico tra democrazia e autoritarismo

Il Madagascar, una delle nazioni più povere del mondo, vive da anni un ciclo continuo di crisi politiche e colpi di stato. La promessa di stabilità di Rajoelina si è dissolta di fronte alla rabbia popolare e all’ammutinamento militare.
Ora il Paese si trova di fronte a un bivio: ricostruire le istituzioni democratiche o scivolare di nuovo nell’autoritarismo. La speranza è che il consiglio di transizione non si trasformi nell’ennesimo regime militare, ma apra davvero la strada a una nuova fase di riconciliazione e di riforme.

Prospettive e rischi per il futuro

Il piano annunciato dai militari – un periodo di due anni per riformare la Costituzione e ricostruire il Paese – potrebbe sembrare un tentativo di stabilizzare la situazione. Ma la storia recente del Madagascar insegna che ogni golpe porta con sé nuove tensioni.
La comunità internazionale osserva con preoccupazione. Se il dialogo politico non verrà ristabilito, il rischio è che il Paese precipiti in un nuovo periodo di isolamento e instabilità, con conseguenze pesanti per la popolazione.


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15 Ottobre 2025
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