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Cina e Stati Uniti, la tensione commerciale sale di nuovo

Pechino e Washington tornano a scontrarsi sulle terre rare, riaccendendo la tensione tra le due principali potenze economiche mondiali

Cina e Stati Uniti, la tensione commerciale sale di nuovo

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Guerra commerciale, la Cina ribadisce la sua posizione e lascia aperta la porta al dialogo con gli Stati Uniti per evitare nuove crisi

La tensione tra Cina e Stati Uniti torna a infiammare i mercati globali. Dopo le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump sulla possibile introduzione di dazi al 100% sui prodotti made in China, Pechino ha risposto con fermezza, dichiarandosi pronta a “combattere fino alla fine” in quella che ormai appare come una nuova fase della guerra commerciale tra le due superpotenze economiche.

Pechino non arretra

Un portavoce anonimo del Ministero del Commercio cinese ha ribadito la linea del governo di Pechino: “Sulla questione delle guerre tariffarie e commerciali, la posizione della Cina rimane coerente. Se volete combattere, combatteremo fino alla fine; se volete negoziare, la nostra porta rimane aperta.”
Una dichiarazione che sottolinea la volontà della Cina di non cedere alle pressioni statunitensi e, allo stesso tempo, di lasciare aperto un canale diplomatico per un possibile compromesso.

Interessi comuni ma visioni opposte

Secondo Pechino, le due potenze condividono ampi interessi economici e un vasto potenziale di cooperazione che potrebbe favorire entrambi i Paesi. Tuttavia, il confronto diretto, secondo la Cina, danneggia entrambe le economie e rischia di avere effetti a catena sull’economia globale.
Il portavoce ha ricordato che i quattro precedenti cicli di consultazioni economiche e commerciali hanno dimostrato la possibilità di risolvere le controversie attraverso il dialogo e il rispetto reciproco.

Le terre rare, il cuore dello scontro

Alla base del nuovo scontro ci sarebbe la decisione di Pechino di limitare ulteriormente l’export di terre rare, materiali strategici utilizzati nella produzione di dispositivi elettronici, batterie e tecnologie verdi. La mossa è stata interpretata da Washington come una risposta diretta alle restrizioni statunitensi sull’accesso delle aziende cinesi al mercato tecnologico americano.
In reazione, Donald Trump ha annunciato la possibilità di nuovi dazi, scatenando timori sui mercati finanziari e l’incertezza tra gli investitori.

Washington tra minacce e aperture

Nonostante le dichiarazioni aggressive, la Casa Bianca sembra mantenere aperti i canali diplomatici. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha confermato che il presidente è “ancora sulla buona strada” per incontrare il leader cinese Xi Jinping in occasione del Forum APEC previsto a fine ottobre in Corea del Sud.
“Abbiamo sostanzialmente allentato la tensione,” ha dichiarato Bessent, precisando che le tariffe non entreranno in vigore prima del 1° novembre e che l’incontro bilaterale resta in programma.

Mercati in allerta

L’annuncio di nuovi dazi ha avuto un impatto immediato sui mercati globali, con un calo degli indici asiatici e fluttuazioni sul valore delle principali materie prime. Gli analisti temono che un’escalation possa colpire le catene di approvvigionamento mondiali, già sotto pressione per le tensioni geopolitiche e l’instabilità economica globale.

Una sfida che va oltre l’economia

Al di là della dimensione commerciale, lo scontro tra Pechino e Washington rappresenta una sfida geopolitica di lungo periodo. Dietro le tariffe e le restrizioni si nasconde la competizione per la leadership tecnologica mondiale, un confronto che coinvolge anche la sicurezza nazionale e il controllo delle risorse strategiche.
La Cina, come ha ribadito il portavoce del ministero, continuerà a “salvaguardare la propria sicurezza nazionale e la sicurezza collettiva internazionale”, ponendosi come attore globale responsabile.


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14 Ottobre 2025
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