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L’Italia di domani rischia il vuoto generazionale

La popolazione in età lavorativa calerà del 34% entro il 2060, minacciando la sostenibilità della spesa pubblica

L’Italia di domani rischia il vuoto generazionale

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L’Italia rischia il vuoto generazionale, servono politiche mirate per rigenerare la forza lavoro e sostenere il welfare

In appena dieci anni, oltre 6 milioni di lavoratori italiani lasceranno il mercato del lavoro. A lanciare l’allarme è stato Natale Forlani, presidente dell’Inapp, durante un’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla transizione demografica. Un dato che non lascia spazio a interpretazioni: un ricambio insufficiente tra chi va in pensione e chi entra nel mondo del lavoro rischia di minare la tenuta del sistema Paese.

Le previsioni al 2060

Secondo le stime, entro il 2060 la popolazione compresa tra i 20 e i 64 anni si ridurrà del 34%. Una diminuzione che non è solo numerica, ma che avrà ripercussioni profonde sul piano economico e sociale. Meno persone in età lavorativa significa meno contributi versati, minore capacità di crescita e più difficoltà a garantire il finanziamento delle pensioni e della sanità.

Un welfare sotto pressione

Il sistema di welfare italiano, già oggi messo alla prova dall’invecchiamento della popolazione, rischia di collassare se non si interviene in modo strutturale. Come sottolineato da Forlani, la spesa pubblica potrebbe diventare insostenibile senza una rigenerazione della popolazione attiva. L’equilibrio tra entrate e uscite appare sempre più fragile.

Il nodo della sostenibilità

Il cuore del problema sta nella sostenibilità della spesa sociale. Con meno lavoratori e più pensionati, il rapporto di dipendenza tra chi produce reddito e chi beneficia dei servizi sociali tenderà ad ampliarsi. Una forbice che, se non contenuta, rischia di compromettere le basi stesse della coesione nazionale.

Politiche per invertire la rotta

Cosa fare, dunque? Secondo l’Inapp, serve una strategia che punti non solo a favorire l’occupazione giovanile, ma anche a incentivare natalità, immigrazione qualificata e formazione continua. Senza un piano integrato, il rischio è trovarsi in un Paese che invecchia senza la forza lavoro necessaria a sostenerlo.

Un’urgenza da non sottovalutare

L’avvertimento lanciato è chiaro: senza un intervento immediato e mirato, l’Italia potrebbe trovarsi in una spirale di impoverimento demografico ed economico. Rigenerare la popolazione attiva non è più solo una possibilità, ma una necessità imprescindibile per garantire un futuro stabile alle nuove generazioni.


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23 Settembre 2025
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