Nel cuore di Napoli, durante la celebrazione in onore del patrono della città, si è rinnovato uno degli eventi religiosi più attesi e sentiti: la liquefazione del sangue di San Gennaro.
Un rito che si rinnova nel tempo
Alle 10.08, l’abate della Cappella del Tesoro, Vincenzo De Gregorio, ha dato l’annuncio ufficiale ai fedeli e ai visitatori che gremivano il Duomo. Con parole colme di emozione, ha dichiarato che “la reliquia è stata trovata completamente liquida”. Un fazzoletto bianco, agitato secondo l’antico rito, ha segnato l’attimo in cui la folla ha esploso in un lungo applauso liberatorio.
Fede, tradizione e identità napoletana
Il miracolo della liquefazione del sangue non è soltanto un fenomeno religioso, ma rappresenta un momento di profonda identità collettiva per Napoli. Ogni anno, la partecipazione è altissima e si mescolano devozione, speranza e curiosità. La città vive questo evento come un legame tra passato e presente, un simbolo che rafforza il senso di appartenenza.
Il valore simbolico del fazzoletto bianco
Il gesto dell’abate che sventola il fazzoletto non è un semplice segnale, ma un atto che racchiude secoli di tradizione. È l’immagine che conferma il prodigio al popolo e che trasmette pace e gioia ai presenti, diventando parte integrante del rito stesso.
Un fenomeno che unisce fedeli e curiosi
Ogni anno, il prodigio richiama non solo devoti napoletani ma anche turisti e visitatori da ogni parte del mondo. C’è chi osserva con spirito religioso e chi con curiosità culturale, ma tutti si trovano uniti in un clima di attesa e di festa.
Il prodigio come messaggio di speranza
Per i credenti, la liquefazione del sangue è un segno di protezione e di buon auspicio per la città e i suoi abitanti. Al di là delle interpretazioni religiose, resta un evento capace di trasmettere speranza e fiducia in un periodo storico spesso segnato da difficoltà.
19 Settembre 2025
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