La guerra in corso nella Striscia di Gaza continua a produrre migliaia di vittime e un panorama di distruzione senza precedenti. In questo scenario, le parole del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, che ha definito la Gaza del dopoguerra una “miniera d’oro” per investimenti e ricostruzione, hanno suscitato indignazione e polemiche a livello internazionale.
Un conflitto coperto dal segreto militare
Le operazioni israeliane a Gaza City procedono in un clima di segretezza. Le fonti militari parlano di tattiche mai viste prima, che puntano a contenere il numero di vittime tra i soldati. Tuttavia, i media palestinesi riportano ogni giorno nuovi morti civili: tra loro, anche operatori umanitari come quello di Medici senza Frontiere, il tredicesimo dall’inizio del conflitto. Le comunicazioni intermittenti e la quasi totale assenza di immagini dal campo lasciano spazio solo al rumore assordante delle esplosioni e alle testimonianze di paura dei residenti rimasti.
Le sfide di Hamas e la risposta a Trump
Il funzionario di Hamas Razi Hamed, sopravvissuto al raid di Doha, ha sfidato apertamente gli Stati Uniti. “Non abbiamo paura di Trump quando dice che ci aprirà le porte dell’inferno”, ha dichiarato ad Al Jazeera, ribadendo che gli ostaggi saranno trattati secondo i valori religiosi del movimento. Hamed ha chiesto un accordo di scambio dei prigionieri e la fine della guerra come unica via per la loro liberazione.
Smotrich e l’idea di Gaza come Eldorado
Durante un vertice sulla rigenerazione urbana, Smotrich ha parlato di negoziati con gli Stati Uniti riguardo la ricostruzione della Striscia. “Abbiamo pagato moltissimo per questa guerra, dobbiamo dividerci le percentuali sulla terra”, ha affermato. L’idea di trasformare Gaza in un Eldorado di investimenti richiama un piano già segnalato dal Washington Post, secondo cui l’amministrazione americana starebbe valutando una gestione fiduciaria decennale dell’enclave. Dichiarazioni che hanno alimentato le critiche, considerando l’attuale realtà di macerie e sfollati.
La città scomparsa e i ricordi del passato
Alcuni oppositori di Hamas hanno diffuso video che mostrano com’era Gaza prima del 7 ottobre 2023: viali alberati, centri commerciali, ristoranti, bambini che giocavano. Un contrasto doloroso con le immagini di oggi, in cui restano solo distruzione e paura. L’unico elemento certo è il piano militare israeliano, articolato in tre fasi: bombardamenti notturni, operazioni di terra coordinate con l’intelligence, e una terza fase classificata come altamente segreta.
La risposta dell’Unione Europea
In Europa cresce il dibattito politico. La Commissione Europea ha proposto di sospendere parte del trattato commerciale con Israele, colpendo circa il 37% degli scambi, per un valore di 227 milioni di euro l’anno. Le misure riguarderanno soprattutto i prodotti agricoli. Restano esclusi gli armamenti, coperti dalle regole generali del WTO e protetti da clausole di confidenzialità che ne rendono difficile la tracciabilità.
Una ricostruzione ancora lontana
Tra dichiarazioni provocatorie e piani sulla carta, la realtà quotidiana a Gaza è fatta di bombardamenti, sfollamenti e vite spezzate. Parlare di “miniera d’oro” mentre la popolazione vive sotto assedio appare non solo prematuro ma anche profondamente irrispettoso verso chi ha perso tutto. La ricostruzione, se mai arriverà, dovrà prima fare i conti con la dignità e i diritti dei palestinesi.
18 Settembre 2025
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