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Nepal in fiamme, Parlamento sciolto e nuove elezioni annunciate

Giovani in piazza contro corruzione e censura social, il governo crolla e si annunciano nuove elezioni

Nepal in fiamme, Parlamento sciolto e nuove elezioni annunciate

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Sushila Karki guida un esecutivo ad interim in un Nepal segnato da violenze, morti ed evasione di massa

Il Nepal è travolto da una crisi senza precedenti. Il presidente Ramchandra Paudel ha annunciato lo scioglimento del Parlamento e nuove elezioni legislative fissate per il 5 marzo 2026, su proposta del nuovo primo ministro Sushila Karki, nominata a capo di un governo ad interim dopo giorni di violenze che hanno sconvolto Kathmandu e altre città.

Un Paese nel caos politico

“Su raccomandazione del Primo Ministro, il Parlamento è stato sciolto. Le elezioni si terranno il 5 marzo 2026”, ha confermato il portavoce della presidenza Kiran Pokharel. La decisione arriva dopo le dimissioni di Sharma Oli, leader del Partito Comunista ed ex premier, costretto a lasciare l’incarico in seguito a rivolte che hanno incendiato il cuore delle istituzioni nepalesi.

La scintilla dei social media

Le manifestazioni sono esplose dopo il blocco di 26 piattaforme online, tra cui Facebook, YouTube e X, decise dal governo per contrastare canali non registrati. Una mossa che ha acceso la rabbia di migliaia di giovani, definiti la “Generazione Z”, che già da tempo denunciavano la corruzione endemica nel Paese. Nonostante il ripristino delle app, le proteste sono proseguite, trasformandosi in veri e propri assalti agli edifici governativi.

Incendi e violenze senza precedenti

Il bilancio è drammatico: oltre 50 morti, centinaia di feriti e circa 12.500 detenuti evasi durante i disordini. Il Parlamento, la Corte Suprema e il distretto giudiziario di Kathmandu sono stati presi d’assalto e dati alle fiamme. La residenza privata di Oli è stata attaccata, e la moglie dell’ex primo ministro ha perso la vita in uno degli incendi. “Mi sono dimesso per favorire una soluzione politica”, ha dichiarato Oli in una nota.

Una crisi che affonda le radici nell’economia

Il Nepal affronta da anni gravi difficoltà economiche: la disoccupazione si aggira intorno al 10%, la crescita ristagna e il PIL pro capite non supera i 1.500 dollari, secondo la Banca Mondiale. L’impressione diffusa è che la classe politica viva scollegata dalla popolazione. Non sorprende quindi che i giovani abbiano trasformato TikTok, l’unica piattaforma rimasta accessibile, in un megafono del dissenso, diffondendo video che mettono a confronto la vita di lusso dei figli dei politici con le privazioni quotidiane della gente comune.

La memoria di un Paese instabile

Dal 2008, anno della proclamazione della repubblica federale e dell’abolizione della monarchia, la politica nepalese è segnata da governi fragili e continui cambi di leadership. Le dimissioni di Oli aprono ora un nuovo capitolo incerto, in un Paese già segnato da una guerra civile durata dieci anni e da una transizione democratica incompiuta.

Il nuovo governo ad interim

A guidare il Nepal in questa fase delicata è Sushila Karki, 73 anni ed ex presidente della Corte Suprema, che ha giurato come prima ministra davanti al presidente Paudel. “Congratulazioni e auguri di successo al Paese”, ha dichiarato il capo di Stato durante la cerimonia. Tuttavia, la sfida appare enorme: placare la rabbia di una generazione giovane e connessa, che vede nella libertà digitale il simbolo stesso della libertà personale.


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13 Settembre 2025
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