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L’Europa e il rischio energetico, cosa succede se l’inverno sarà rigido

Secondo Gazprom le riserve europee non bastano, un inverno rigido metterebbe a dura prova la sicurezza energetica

L’Europa e il rischio energetico, cosa succede se l’inverno sarà rigido

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Mancano 19 miliardi di metri cubi di gas, e l’Europa potrebbe trovarsi in difficoltà già con un inverno di freddo normale

L’allarme arriva da Gazprom e mette al centro la questione della sicurezza energetica del continente. Con l’avvicinarsi della stagione fredda, cresce la preoccupazione per le scorte di gas europee, che potrebbero rivelarsi insufficienti in caso di un inverno particolarmente rigido.

Un avvertimento che arriva dalla Russia

L’amministratore delegato di Gazprom, Alexey Miller, intervenuto al Forum economico orientale di Vladivostok, ha lanciato un chiaro monito: l’Europa rischia di trovarsi in difficoltà se le temperature invernali scenderanno sotto la media stagionale. Una frase secca, che sottolinea la fragilità del sistema energetico europeo in questa fase di incertezza geopolitica.

Dati che preoccupano

Secondo i numeri forniti da Gas Infrastructure Europe, al 31 agosto le riserve sotterranee di gas non sono state riempite a sufficienza. Solo due terzi del gas consumato lo scorso inverno sono stati reintegrati durante i primi cinque mesi di attività di stoccaggio. All’appello mancano quasi 19 miliardi di metri cubi, un vuoto che potrebbe pesare notevolmente in caso di un inverno freddo.

Il fattore inverno

Il timore è legato al cosiddetto “scenario base”: un inverno normale, senza temperature estreme, che tuttavia potrebbe bastare a mettere sotto pressione la rete di distribuzione del gas. Questo significa che l’Europa non deve aspettare eventi straordinari per trovarsi esposta, ma che basta una stagione in linea con la media storica per evidenziare le criticità del sistema.

Il contesto geopolitico

La questione del gas non si limita a una mera problematica tecnica. Si inserisce in un contesto politico e internazionale caratterizzato da rapporti complessi con la Russia, principale esportatore di gas in passato e oggi interlocutore controverso per gran parte dei Paesi europei. Le tensioni geopolitiche rendono ancora più incerto l’approvvigionamento e amplificano i rischi.

La sfida europea

La vera domanda è se l’Europa riuscirà a gestire questa situazione con politiche energetiche coordinate. Negli ultimi anni, Bruxelles ha incentivato l’acquisto di gas liquefatto da fornitori alternativi e ha spinto verso l’aumento delle fonti rinnovabili. Tuttavia, la transizione richiede tempo e le emergenze climatiche non aspettano.

Uno scenario da non sottovalutare

Il messaggio che arriva da Vladivostok è chiaro: nonostante gli sforzi fatti per diversificare le forniture, le scorte non sono ancora al livello di sicurezza. Un inverno rigido potrebbe trasformarsi in un banco di prova cruciale per le politiche energetiche europee e per la capacità del continente di resistere a shock esterni.


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07 Settembre 2025
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