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Mio marito, la provocazione di Andrea Villa che ribalta il patriarcato

I manifesti affissi in città espongono simbolicamente i mariti senza consenso, riflettendo sul doppio standard sociale

Mio marito, la provocazione di Andrea Villa che ribalta il patriarcato

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L’artista torinese trasforma lo spazio urbano in palcoscenico di resistenza simbolica contro sessismo e possesso

Con il titolo Mio marito, lo street artist torinese Andrea Villa ha lanciato una nuova provocazione che porta al centro del dibattito un tema delicato e attuale: il rapporto tra privacy, consenso e disuguaglianza di genere. I manifesti sono comparsi in punti strategici di Torino, tra cui lungo Dora Siena 108 e corso Regina Margherita 50, catturando subito l’attenzione di chi passa.

Il ribaltamento dello sguardo

Villa ha spiegato che il progetto nasce come risposta al fenomeno di spazi digitali come il gruppo “Mia moglie”, dove uomini condividono foto private delle proprie compagne senza autorizzazione. In questo lavoro, però, il ribaltamento è radicale: al centro ci sono i mariti, esposti sulla pubblica piazza senza il loro consenso. Le immagini, leggermente modificate nei volti e nei contesti, mettono lo spettatore di fronte a un cortocircuito etico.

Un atto di resistenza simbolica

Il messaggio è chiaro: la pratica della condivisione non consensuale, spesso giustificata o minimizzata quando colpisce le donne, appare inaccettabile se i ruoli vengono invertiti. “Mio marito” diventa quindi una sorta di resistenza artistica, un gesto di riequilibrio che smaschera il doppio standard ancora radicato nella nostra società.

Il riferimento al caso OnlyFans

Nelle dichiarazioni dell’artista emerge anche un parallelo con la vicenda della maestra licenziata per aver aperto un profilo su OnlyFans. Un episodio che, secondo Villa, mette in evidenza come le donne vengano sistematicamente punite e stigmatizzate per scelte personali, mentre gli uomini, in situazioni simili, raramente subiscono conseguenze concrete.

Arte come strumento di denuncia

La forza dell’opera non sta solo nell’immagine, ma soprattutto nella capacità di far emergere contraddizioni sociali difficili da ignorare. La scelta dei manifesti murali, esposti in spazi pubblici, amplifica il messaggio e costringe chiunque a confrontarsi con la questione, anche chi non si muove abitualmente nei circuiti artistici tradizionali.

Torino come palcoscenico

Non è la prima volta che Torino diventa teatro delle azioni di Villa. La città, con la sua storia di sperimentazione culturale e i suoi quartieri pieni di contrasti, rappresenta il luogo ideale per ospitare una riflessione collettiva su temi che intrecciano diritti, rispetto e linguaggi artistici contemporanei.


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04 Settembre 2025
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