Il governo conferma come priorità la riduzione della pressione fiscale sul ceto medio, con l’idea di abbassare l’aliquota dal 35% al 33%. La misura, che potrebbe interessare milioni di contribuenti, solleva però il nodo cruciale delle coperture finanziarie e della sostenibilità dei conti pubblici.
Un obiettivo ambizioso per il bilancio
Il progetto di alleggerire il carico fiscale punta ai redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro, con l’eventuale estensione fino a 60.000 euro. Secondo le stime, sarebbero coinvolti circa 13,6 milioni di contribuenti. Il costo complessivo si aggirerebbe intorno ai 4 miliardi di euro, cifra che rende inevitabile la domanda: dove trovare le risorse?
Un contesto internazionale complesso
Alle difficoltà interne si somma l’incertezza esterna: i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente alimentano instabilità e spingono verso un aumento delle spese per la difesa. Parallelamente, resta la pressione dell’Unione Europea sul contenimento del debito, con l’obiettivo di riportare il deficit sotto la soglia del 3% del Pil già dal prossimo anno.
Le ipotesi di copertura
Tra le opzioni allo studio c’è un nuovo contributo straordinario delle banche, con l’anticipo sulle Dta, anche se il settore del credito invita alla prudenza. La Lega spinge per una rottamazione in 120 rate, mentre Forza Italia punta a estendere il taglio dell’Irpef e introdurre un’Ires premiale strutturale. Sullo sfondo rimane la questione: ogni scelta dovrà essere compatibile con le regole europee e con i margini di bilancio.
Il ruolo del recupero fiscale
Una parte delle risorse potrebbe arrivare dal contrasto all’evasione. L’Agenzia delle Entrate sottolinea l’importanza del ravvedimento operoso, che ha già permesso di recuperare oltre 3 miliardi di euro. Tuttavia, la Commissione che analizza il magazzino fiscale invita a un ripensamento complessivo delle strategie di riscossione, per renderle più efficaci e sostenibili.
Detrazioni ed ecobonus, ipotesi sul tavolo
Sul fronte delle famiglie, si discute di estendere al 50% le detrazioni per le ristrutturazioni anche nel 2026, rendendo possibile usufruirne in 5 anni invece che in 10. Una scelta che renderebbe l’ecobonus più appetibile, ma che richiederebbe ulteriori risorse. Restano invece molte cautele sull’ipotesi di accesso massivo ai conti correnti dei cittadini, giudicata eccessiva dallo stesso ministro Giancarlo Giorgetti.
Una visione oltre la manovra
Il dibattito politico resta focalizzato sulla legge di bilancio, ma il mondo produttivo invita ad alzare lo sguardo. “Questo Paese deve avere il coraggio di una politica industriale a lungo termine”, ha sottolineato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini. Una sfida che va oltre i numeri della manovra e riguarda la direzione complessiva che l’Italia vuole dare alla propria economia.
19 Settembre 2025
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