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Ci raccontiamo tutto come due amici, ma è davvero la scelta giusta?

Essere amici dei propri figli non li aiuta a crescere più sicuri, i ruoli vanno mantenuti distinti per garantire stabilità emotiva.

Ci raccontiamo tutto come due amici, ma è davvero la scelta giusta?

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Una genitorialità autorevole prepara i figli alla vita adulta, insegnando autonomia, resilienza e il rispetto delle regole.

Quante volte abbiamo sentito un genitore dire con orgoglio: "Io e mio figlio ci raccontiamo tutto, siamo come amici"? A prima vista, potrebbe sembrare un’evoluzione positiva rispetto ai modelli educativi del passato, in cui il padre era una figura distaccata e autoritaria. Tuttavia, secondo gli studi più recenti, questa tendenza nasconde insidie che possono avere ripercussioni negative sullo sviluppo emotivo dei bambini e degli adolescenti.

Il confine tra autorità e amicizia

Oggi il ruolo genitoriale si è trasformato profondamente, mescolando la funzione educativa con quella amicale, in un rapporto meno gerarchico fin dall’infanzia. Claudia Denti, co-ideatrice insieme a Severino Cirillo della disciplina Umami, spiega che questo approccio è un errore: "L’amicizia con i figli rischia di annullare il ruolo educativo del genitore, che perde autorevolezza e non fornisce un punto di riferimento chiaro". Di questo tema si discute in occasione della Festa del Papà, il 19 marzo, quando il dibattito sulla paternità moderna diventa particolarmente acceso.

Perché un genitore non dovrebbe essere un amico

Secondo il saggista Umberto Galimberti, un genitore che si pone come amico non è più una guida, ma un compagno di viaggio senza strumenti adeguati per orientare il percorso del figlio. L’assenza di un’autorità solida può generare insicurezza: "Molti genitori sperano che essere amici dei figli li renda più propensi alla confidenza, ma accade l’esatto contrario. Il rapporto genitore-figlio deve avere confini netti, per garantire sicurezza emotiva e crescita equilibrata", spiega la Denti. Non si tratta di adottare uno stile autoritario, bensì di trovare una dimensione autorevole che favorisca una relazione sana e strutturata.

Regole e limiti, il vero segreto della libertà

Avere regole precise non limita la libertà dei figli, anzi, la rafforza. I bambini cresciuti senza confini spesso sviluppano ansia e insicurezza. La Denti sottolinea un rischio poco considerato: la "parentificazione", ovvero quando il bambino si sente responsabile del benessere emotivo del genitore. Questo accade, ad esempio, quando un adulto condivide con il figlio problemi coniugali, difficoltà economiche o persino aspetti troppo intimi della propria vita. In queste situazioni, i ruoli si invertono e il bambino si trova a dover gestire pesi emotivi inadatti alla sua età.

Divertirsi insieme, ma senza confondere i ruoli

Non essere amici dei propri figli non significa privarsi di momenti di complicità e divertimento. Un genitore può condividere passioni, esperienze e attività ludiche con i figli, senza per questo annullare il proprio ruolo educativo. "Andare a un concerto con mia figlia non mi rende meno genitore. Quello che conta è mantenere la distinzione tra le parti, senza cedere al desiderio di essere sempre approvati", precisa la Denti. L’empatia e l’ascolto sono fondamentali, ma non devono trasformarsi in una continua ricerca di conferme da parte del genitore.

L’importanza del "no" nell’educazione

Dire "no" è un atto educativo indispensabile per insegnare il senso del limite e l’autocontrollo. I genitori che evitano di imporre regole per paura di perdere l’affetto del figlio rischiano di compromettere la capacità del bambino di gestire la frustrazione. "Il rispetto dell’autorità genitoriale - sottolinea la Denti - prepara i bambini ad accettare altre figure di riferimento, come insegnanti e datori di lavoro. Se in famiglia non si comprendono le gerarchie, sarà difficile adattarsi a contesti sociali strutturati". Il problema emerge quando i genitori evitano di dare limiti per essere percepiti come "cool", rinunciando a imporre regole su aspetti cruciali come il sonno, lo studio o l’uso dei dispositivi elettronici.

Genitori autorevoli per figli più sicuri

Adottare uno stile genitoriale autorevole significa preparare i figli a una vita adulta più equilibrata. Secondo gli esperti, crescere con regole chiare aiuta a sviluppare autonomia, capacità di risolvere problemi e resilienza. "Buoni genitori non si nasce, lo si diventa con la consapevolezza e la coerenza. I figli ci osservano: se vogliamo trasmettere valori, dobbiamo essere noi i primi a metterli in pratica", conclude la Denti. Educare con fermezza e affetto è il miglior regalo che un genitore possa fare a un figlio.


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12 Marzo 2025
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