Elon Musk non smette mai di stupire. Dopo le auto elettriche, i razzi spaziali e l’acquisizione di X (ex Twitter), ora entra anche nel mondo del sapere digitale. Il miliardario sudafricano ha infatti lanciato Grokipedia, una nuova enciclopedia online che punta a competere direttamente con Wikipedia, accusata da lui di essere “troppo di parte”. Il progetto nasce dall’integrazione con l’intelligenza artificiale di Grok, il chatbot sviluppato dalla sua società xAI, e promette di rivoluzionare il modo in cui vengono creati e aggiornati i contenuti informativi sul web.
Un inizio in salita per la nuova enciclopedia
Nella sua versione iniziale, Grokipedia conta circa 885 mila voci — un numero ancora lontanissimo dalle oltre sette milioni presenti su Wikipedia in lingua inglese. Ma Musk ha già annunciato, in un messaggio pubblicato su X, l’arrivo della versione 1.0, che secondo lui sarà “infinitamente migliore” non solo dell’attuale 0.1, ma anche della stessa Wikipedia.
L’obiettivo dichiarato è quello di creare una piattaforma più “indipendente” e “neutrale”, capace di offrire agli utenti una fonte di conoscenza libera dai condizionamenti ideologici che, secondo Musk, affliggerebbero l’enciclopedia fondata da Jimmy Wales e Larry Sanger nel 2001.
Le accuse di parzialità e la risposta di Musk
Il conflitto tra Musk e Wikipedia non è nuovo. Già nel 2024, il fondatore di Tesla aveva accusato il portale collaborativo di essere “controllato da attivisti di estrema sinistra”. Ora, con Grokipedia, intende offrire una “alternativa imparziale”, alimentata dall’intelligenza artificiale e aggiornata automaticamente attraverso le informazioni più recenti disponibili online.
Tuttavia, le critiche non si sono fatte attendere. Diversi esperti, citati da Wired, hanno evidenziato come molti articoli della nuova piattaforma tendano a riflettere posizioni libertarie o di destra radicale, mettendo in discussione la reale indipendenza del progetto.
Intelligenza artificiale e conoscenza, un binomio rischioso
Grokipedia nasce come un esperimento di intelligenza artificiale applicata alla conoscenza collettiva. Le voci sono infatti generate e continuamente aggiornate dal motore linguistico di Grok, lo stesso che alimenta il chatbot di X. Questo approccio promette una rapidità di aggiornamento mai vista prima, ma solleva anche interrogativi sulla veridicità e neutralità delle informazioni.
L’intelligenza artificiale, pur essendo in grado di analizzare milioni di dati in tempo reale, rischia infatti di amplificare bias e disinformazione, soprattutto se il controllo editoriale è assente o orientato.
Una battaglia ideologica prima che tecnologica
La nascita di Grokipedia rappresenta molto più di una semplice sfida tecnologica: è una vera e propria battaglia culturale sul controllo dell’informazione e sulla definizione stessa di “verità digitale”. Musk, che negli ultimi anni ha fatto della libertà di espressione uno dei suoi cavalli di battaglia, vuole proporre un modello alternativo di rete, meno regolato e più vicino ai principi di autonomia individuale e decentralizzazione.
Ma tra entusiasmo e scetticismo, resta una domanda centrale: può davvero esistere un’enciclopedia completamente libera da orientamenti politici e filtri culturali?
Tra visione e provocazione
Come spesso accade con Elon Musk, dietro ogni sua iniziativa si mescolano innovazione e provocazione. Grokipedia potrebbe rappresentare un nuovo capitolo nell’evoluzione del web collaborativo, ma anche un campo minato dove l’intelligenza artificiale, senza adeguati controlli, rischia di riscrivere la realtà più che raccontarla.
Che si tratti di un progetto destinato a cambiare il panorama della conoscenza online o dell’ennesima sfida mediatica, è certo che Musk ha acceso un nuovo dibattito sul futuro dell’informazione libera.
29 Ottobre 2025
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