Negli ultimi anni, la chiusura degli sportelli bancari in Italia ha subito un’accelerazione preoccupante. Nel 2024, il numero delle filiali è sceso sotto quota 20mila, con 508 chiusure registrate nell’anno, di cui ben 432 nell’ultimo trimestre. Questo fenomeno ha privato circa 230mila cittadini della possibilità di accedere a servizi bancari nel proprio comune di residenza, evidenziando una crescente difficoltà per molte comunità nel gestire operazioni finanziarie di base.
Le regioni più colpite e il nuovo volto della rete bancaria
La riduzione degli sportelli bancari non ha colpito in modo uniforme tutte le aree del Paese. Valle d’Aosta, Umbria e Sardegna hanno registrato le maggiori perdite, con cali rispettivamente del 7,5%, 4,3% e 3,9%. Al contrario, regioni come Emilia Romagna, Calabria e Liguria hanno subito un impatto minore, con percentuali sotto l’1%. Un dato interessante riguarda le 101 nuove aperture operate da Banca Private Cesare Ponti, focalizzate su servizi di private banking, a conferma di un orientamento del settore verso la clientela ad alto reddito.
Sempre più comuni senza filiali bancarie
Nel 2024, altri 101 comuni hanno perso l’ultimo sportello bancario, portando il totale a 3.381, pari al 42,8% del territorio nazionale. Per la prima volta, un comune con oltre 20mila abitanti, Trentola Ducenta in provincia di Caserta, si è trovato senza filiali. Questo segnala un cambiamento significativo nel fenomeno della desertificazione bancaria, che non colpisce più solo piccoli centri isolati, ma anche realtà urbane più popolose, inclusi comuni del Nord come Rivalta di Torino.
Un problema sociale, sempre più cittadini senza servizi bancari
L’impatto della chiusura degli sportelli si riflette su milioni di italiani. Nel 2024, circa 11 milioni di persone si trovano senza accesso diretto ai servizi bancari o rischiano di perderlo. Tra questi, 4,6 milioni vivono in comuni completamente desertificati e 6,3 milioni in centri con un solo sportello attivo. Anche le imprese sono fortemente penalizzate: oltre 280mila aziende hanno sede in comuni privi di filiali bancarie, con un aumento di quasi 19mila unità rispetto all’anno precedente.
Internet banking, una soluzione ancora poco diffusa
La chiusura delle filiali bancarie potrebbe essere compensata dall’uso dell’internet banking, ma in Italia la diffusione di questo servizio resta inferiore alla media europea. Solo il 55% degli italiani utilizza l’home banking, contro il 67,2% della media UE. La situazione è ancora più critica tra gli over 65, dove la percentuale scende al 33,9%, evidenziando un problema di inclusione digitale e accessibilità ai servizi finanziari per le fasce più fragili della popolazione.
Le province più colpite e le prospettive future
L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba ha elaborato un indicatore per valutare l’impatto della riduzione delle filiali sul territorio. Le province meno colpite risultano essere Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Pisa, Ragusa, Ravenna e Reggio Emilia. Al contrario, grandi città come Milano, Roma e Napoli si posizionano in una fascia intermedia, mentre le province più colpite includono Vibo Valentia e Isernia. Il trend sembra destinato a proseguire, con ulteriori chiusure previste e possibili nuovi tagli occupazionali nel settore bancario.
08 Febbraio 2025
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