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Il primo febbraio 1945, il suffragio universale cambia la storia d’Italia

Una svolta storica per la democrazia italiana, nel 1945 le donne conquistano il diritto di voto e partecipano al futuro del paese.

Il primo febbraio 1945, il suffragio universale cambia la storia d’Italia

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L’introduzione del suffragio universale in Italia segna un momento cruciale di uguaglianza e partecipazione democratica.

Ottanta anni fa, il primo febbraio 1945, l’Italia compiva un passo storico verso la democrazia con l’introduzione del suffragio universale. Questo provvedimento, sancito dal governo guidato da Ivanoe Bonomi, garantì per la prima volta nella storia del paese il diritto di voto alle donne, segnando una svolta epocale nel processo di democratizzazione e uguaglianza civica. La decisione fu presa in un contesto storico complesso, con l’Italia ancora divisa e segnata dagli strascichi della Seconda guerra mondiale e dell’occupazione nazifascista.

La decisione del governo Bonomi

Dopo la caduta del fascismo e durante la fase di transizione istituzionale, il Consiglio dei Ministri approvò il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 del 1° febbraio 1945. Questa norma estese il diritto di voto a tutti i cittadini italiani maggiorenni, indipendentemente dal sesso. La misura rappresentava un riconoscimento ufficiale del ruolo determinante che le donne avevano avuto nella Resistenza e nel sostegno alle comunità locali durante il conflitto. Inoltre, il decreto pose le basi per una trasformazione radicale della partecipazione politica nel paese.

Le prime elezioni con voto femminile

Le donne italiane esercitarono per la prima volta il diritto di voto nelle elezioni amministrative della primavera del 1946 e, successivamente, nel referendum del 2 giugno 1946, quando scelsero tra monarchia e repubblica e contribuirono all’elezione dell’Assemblea Costituente. Il loro contributo fu determinante per il futuro del paese, portando alla nascita della Repubblica Italiana e influenzando profondamente la redazione della nuova Costituzione, che sancì formalmente la parità di diritti politici tra uomini e donne.

Il suffragio universale come conquista sociale

L’introduzione del suffragio universale in Italia non fu solo una decisione politica, ma anche il frutto di decenni di battaglie condotte da movimenti femminili, organizzazioni sindacali e gruppi progressisti. Le donne italiane, ispirate dalle esperienze di altri paesi europei e dalle lotte per il suffragio femminile negli Stati Uniti e nel Regno Unito, avevano da tempo rivendicato il diritto di partecipare attivamente alla vita politica del paese. Il risultato del 1945 rappresentò quindi il culmine di un lungo percorso di rivendicazione dei diritti civili.

Un cambiamento irreversibile

Con l’estensione del diritto di voto alle donne, l’Italia intraprese un percorso di inclusione e democratizzazione che non si sarebbe più arrestato. Negli anni successivi, il ruolo delle donne nella politica divenne sempre più centrale, con un crescente numero di elette nelle istituzioni e una maggiore rappresentanza nei processi decisionali. Il suffragio universale fu il punto di partenza per ulteriori conquiste, come l’accesso delle donne alle cariche pubbliche e il riconoscimento del loro ruolo nella società contemporanea.

L’eredità del primo febbraio 1945

Oggi, il suffragio universale rappresenta una conquista fondamentale della democrazia italiana. Il primo febbraio 1945 rimane una data simbolo della lotta per i diritti civili e dell’emancipazione femminile, un momento chiave che ha contribuito a costruire un’Italia più giusta e inclusiva. L’influenza di questa decisione si riflette ancora nelle politiche di parità di genere e nella continua evoluzione del dibattito sui diritti delle donne e sulla loro piena partecipazione alla vita pubblica.

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filmato: (c) Il Sole 24 ORE - Il primo febbraio 1945 in Italia e’ stato introdotto il suffragio universale


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02 Febbraio 2025
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